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Introduzione - L'architettura nei fumetti

Il dialogo tra le due espressioni artistiche dell’architettura e del fumetto è il presupposto da cui trae origine questo saggio. Lo spunto da cui nasce il parallelo tra architettura e fumetto è l’esplorazione dei margini di contatto tra due modalità differenti di vedere la città. Il fumetto diventa la nuova angolazione da cui l’oggetto architettonico può essere criticato o semplicemente valutato.

L’urbanesimo totale, i mondi di Enki Bilal, Benoît Peeters, Moebius, esprimono una forte carica progettuale che talvolta assume toni negativi, oppure viene condotta alle conseguenze estreme dell’avvenirismo (che è una possibilità che il fumetto possiede rispetto all’architettura) o ancora prefigura ciò che il mercato non è ancora in grado di assorbire.

Le potenzialità del fumetto rispetto all’architettura costruita sono notevoli: quando un architetto si confronta con un progetto che prevede la fase realizzativa, si scontra inevitabilmente con il gusto del committente, con i vincoli strutturali, statici e tecnologici, con le caratteristiche dei materiali.
Il fumetto, invece, è progetto che resta su carta e il fumettista ha quindi la possibilità di creare meravigliosi mondi futuribili al solo costo della sua matita e del foglio di carta.
Questo volume prende in esame l’aspetto della città e la sua rappresentazione nel fumetto (ma anche nell’animazione giapponese) e la possibilità di alterare il paesaggio urbano che, tra i suoi molti ruoli, ha quello di poter essere visto, ricordato e goduto.

Riuscire a conferire una forma visiva alla città è un problema figurativo legato a molti parametri, ma quello che ne viene fuori nel fumetto è il risultato di elaborazioni di una immagine il più delle volte già esistente e a cui gli autori fanno riferimento, anche se in maniera individualmente diversa.
Se è vero che osservare una città può dare una sensazione piacevole indipendentemente dalla semplicità di ciò che si sta guardando, è anche vero che la città altro non è che una costruzione in uno spazio enorme, un’architettura su larga scala, che ci rende spettatori, se non testimoni, del passare del tempo e dell’evoluzione che la città stessa subisce nel tempo. Ma il nostro essere testimoni delle modifiche urbane che ci circondano non ci rende totalmente critici sull’evoluzione dello spazio intorno a noi.

La città è oggetto di percezione, ma tale percezione è legata a sua volta alle tante diversità che ci differenziano gli uni dagli altri, che si tratti una diversa cultura o di una diversa estrazione sociale.
L’immagine ambientale è il risultato di un processo reciproco tra l’osservatore ed il suo ambiente e non sempre il risultato finale è rispondente alla realtà.
In quest’ottica di rappresentazione dell’ambiente metropolitano, il fumetto si inserisce come ulteriore strumento a disposizione dell’osservatore, divenendo elemento di codifica di segni e icone rappresentative dei paesaggi urbani, quali metropolitane, lampioni, edifici, ma anche caos, frenesia e, a volte, violenza.